
Dopo aver ricostruito la non lineare paternità dell’opera racconta lo scritto del teologo Ratzinger contenuta nel libro esponendo quella che è, a parere di De Giorgi, la tesi del Papa emerito: il senso dell’astinenza sessuale del sacerdote è funzionale, ma – nell’ambito di un sacerdozio ontologicamente diverso rispetto a quello dell’Antico Testamento – muta dall’interno e in profondità la sua motivazione e il suo senso.
La lettura fornita da De Georgi allo scritto di Ratzinger è però profondamente diversa da quella data da Sarah nel medesimo libro. A questo riguardo lo scritto di De Giorgi merita di essere riportato per intero.
“Di diverso spessore e di diversa solidità teologica è il più ampio scritto del cardinal Sarah (…). Non entro nell’analisi delle sue tesi. Segnalo però un lapsus che mi pare piuttosto grave, laddove – dopo aver parlato di « Papa emerito » – il porporato, abbandonando tale dizione, scrive riferendosi all’attuale riflessione di Ratzinger: « Papa Benedetto XVI dimostra che il celibato sacerdotale non è un auspicabile “supplemento spirituale” nella vita del prete. Una vita sacerdotale coerente richiede ontologicamente il celibato. […] Credo che mai un Papa abbia espresso con una tale forza la necessità del celibato sacerdotale ».
Ma Joseph Ratzinger non è più Papa: cioè, semplicemente, non solo non è il Papa, ma non è Papa, non esercita il ministero petrino. Al di là dell’interpretazione del testo di Ratzinger (che è diversa dalla mia) è stupefacente che Sarah consideri tale testo come magistero pontificio: sostenendo, di conseguenza, la bislacca e rivoluzionaria tesi di una trasformazione diarchica e consolare del ministero petrino. Una vera sovversione radicale e inedita della struttura tradizionale della Chiesa cattolica.”