Fonte dell’articolo mauroleonardi.it
Approvato il decreto legge sulla scuola. Tante misure che entreranno in vigore qualora, come è probabile, non si tornasse in classe entro il 18 maggio. Le abbiamo già sentite: niente esame di terza media, tutti promossi, vale il voto a distanza, tutti ammessi all’esame di maturità. E, particolare sul quale mi voglio soffermare ora, maturità online.
Sottolineo la particolarità dell’esame di maturità fatta dal computer di casa perché mi sembra una bella occasione per restaurare quell’alleanza insegnante genitore che troppe volte viene compromessa.
Abbiamo considerato tante volte come, un tempo, il genitore fosse, per principio, sempre dalla parte del professore: lei gli dia quattro in pagella che poi io a casa gli do il resto. Più o meno erano queste le parole di mia madre con i miei insegnanti. Con i quali andava a parlare rarissimamente (solo quando prendevo cattivi voti e, per fortuna, accadeva di rado) e sempre per consolidare un accordo “contro di me” che era già saldissimo.
Sappiamo poi come quella situazione ingiusta sia ormai da anni passata all’opposto. Ora genitori che sono sindacalisti dei figli e che si consultano tra loro per studiare come e quando denunciare i professori, sono loro, quando va bene, a dire ai professori come insegnare.
La maturità online potrebbe essere un’occasione per rompere questa dinamica malata. È vero che durante l’esame i genitori potrebbero stare nell’angolo cieco della telecamera con i cartelli alzati pronti a suggerire le risposte ai figli, ma che senso avrebbe? La promozione è assicurata. Perché invece dire al figlio: vai, di’ quello che sai, e fidati dei tuoi insegnanti?
Sottolineo la particolarità dell’esame di maturità fatta dal computer di casa perché mi sembra una bella occasione per restaurare quell’alleanza insegnante genitore che troppe volte viene compromessa.
Abbiamo considerato tante volte come, un tempo, il genitore fosse, per principio, sempre dalla parte del professore: lei gli dia quattro in pagella che poi io a casa gli do il resto. Più o meno erano queste le parole di mia madre con i miei insegnanti. Con i quali andava a parlare rarissimamente (solo quando prendevo cattivi voti e, per fortuna, accadeva di rado) e sempre per consolidare un accordo “contro di me” che era già saldissimo.
Sappiamo poi come quella situazione ingiusta sia ormai da anni passata all’opposto. Ora genitori che sono sindacalisti dei figli e che si consultano tra loro per studiare come e quando denunciare i professori, sono loro, quando va bene, a dire ai professori come insegnare.
La maturità online potrebbe essere un’occasione per rompere questa dinamica malata. È vero che durante l’esame i genitori potrebbero stare nell’angolo cieco della telecamera con i cartelli alzati pronti a suggerire le risposte ai figli, ma che senso avrebbe? La promozione è assicurata. Perché invece dire al figlio: vai, di’ quello che sai, e fidati dei tuoi insegnanti?
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