La finale Liverpool-Tottenham è molto più che una finale di calcio. Ce ne accorgiamo guardandoci attorno e prendendo atto che ieri e l’altro ieri si sono interessate a questa vicenda calcistica moltissime persone estranee al gioco del pallone. Il motivo? La rimonta. Il realizzarsi per ben due volte nella storia reale di ciò che è statisticamente impossibile. Il Liverpool doveva rimontare da 3 a 0 e anche il Tottenham si trovava su quel risultato (1 a 0 all’andata cui bisognava sommare il parziale 2 a 0) al 50’ della ripresa. Quando questa mattina ripensavamo a quel risultato mentre andavamo al lavoro, aggiungevamo istintivamente alla nostra considerazione anche le altre difficoltà affrontate e superate da chi doveva perdere e invece aveva vinto: come, per esempio, che entrambe le formazioni mancassero di titolari fondamentali. Perché a noi uomini piace tanto che chi è destinato a perdere invece vinca? Perché è la nostra piccola evasione dalla gabbia nella quale siamo rinchiusi tutto il giorno: quella della statistica. L’appassionato di calcio ripensa a questa Champions e subito si accorge di ricordare più facilmente coloro che erano destinati a perdere e che invece hanno vinto: il Tottenham contro il Manchester City, la Juventus contro l’Atletico, lo stesso Ajax partito dai preliminari e che sembrava essere destinato alla finale.
Ci piace che Liverpool e Tottenham abbiano vinto perché la nostra vita quotidiana ci imprigiona in istituzioni, modelli, imprese, che, essendo nutriti da un’antropologia negativa, temono l’improbabile, odiano la creatività proprio nel momento in cui le erigono innumerevoli monumenti. “Guai a voi farisei ipocriti che innalzate i sepolcri ai profeti e dite di essere figli degli uccisori dei profeti” (Mt 23, 29-32).
Il nostro rimanere in piedi a guardare come una riserva sconfigga i favoriti a tempo scaduto, è figlio del crescente bisogno di controllo che ci ferisce ogni giorno nelle aziende, in famiglia e nelle nostre attività associative. Godiamoci tutto ciò fino a quando potremo. Ho letto che i parametri futuri della distribuzione dei denari nella Champions terranno conto oltre che dei risultati anche della “storia” dei club: cioè si farà in modo che sia ancora più probabile che chi ha vinto sempre continui a vincere. Perché chi investe tanto denaro ha bisogno di controllare, di orientare, di prevedere. Completamente ignari che, si sia credenti o meno, il fenomeno della vita nell’universo è avvenuto perché è accaduto ciò che era statisticamente improbabile.