Quanto sei bella Madre del Fileremo,
quanti segreti racchiudi,
quale regale follia, tu risarcisci
al viandante pellegrino
che ti osa trasognare nel suo viaggio
verso un eterno tempestoso, ma
avvincente, soggiunge l’anima
rapita.
Quale estasi di amore, quel
pizzico di mondanità rubata
al mio cuore staccato dalle cose,
hai ridonato in questo giorno
ordinario, in cui riesco a
dimenticare un pò il fardello
della vita e degli anni, certo
delle colpe, ma anche della tua
misericordia, che vorrei cancellasse
quella memoria imprigionata dalla
ragione ordinatrice. Ma certo la
vita non è proprio una passeggiata
per chi va dietro al Maestro, lo
sanno tutti i malati che cercano
in te l’appagamento dell’ultimo
desiderio, forse quello di
congiungere il momento estremo
alla dignità
di essere uomini.