Alcune precisazioni su quanto dice un nostro visitatore sulla pornogra…

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Fonte dell’articolo Amici Domenicani – Autore Padre Angelo Bellon op.

Questo articolo è disponibile anche in:
Italiano

La risposta di padre Angelo è in corsivo all’interno della mail del nostro visitatore

Caro Padre Angelo,
le presento alcuni dubbi circa il deliberato consenso nel commettere un peccato e riguardo la definizione di pornografia presentata dal CCC.

– se è vero che un atto disordinato non è giustificato dalle sue conseguenze positive, allora perché viene giustificato dall’assenza di deliberato consenso? 

Certo, un atto disordinato quale quello della vendita della pornografia non è giustificato da eventuali conseguenze positive, come possono essere quelle del guadagno.
Il male non va mai fatto.
I precetti morali negativi (sono quelli che proibiscono un’azione cattiva) obbligano sempre e in ogni caso (semper et ad semper).
La pornografia non è mai giustificata.
Ma se uno contrariamente alla sua volontà si trova dinanzi ad un’immagine pornografica, e non solo non l’accetta, ma la rifiuta, sebbene soggettivamente possa provare qualche disordine, non commette peccato.

Se punto una pistola contro una persona dicendole che se non bestemmia le sparo, e lei bestemmia, sta commettendo un peccato grave in vista della conseguenza positiva di non essere ferita. E poi, non si potrebbe allora dire che se l’unico modo per verificare la presenza di una malattia grave è attraverso un campione di sperma, non vi è deliberato consenso nell’atto impuro che produce tale campione?

Qui il disordine non è nella spermiografia, che in quanto diagnosi è utile e necessaria.
Ma vi può essere nel metodo intrinsecamente disordinato per procurare il materiale diagnostico, soprattutto perché vi sono altri mezzi leciti e rispettosi della persona per procurarlo.
È risaputo che alcune persone, indipendentemente da motivi religiosi, rifiutano metodi non rispettosi della dignità di una persona.
Il comitato in italiano di bioetica a suo tempo l’aveva rilevato.

– il CCC dice che la pornografia sottrae all’intimità dei partner gli atti sessuali, reali o simulati. Con “simulati” si intendono atti in cui due attori fingono di compiere tali atti ma senza compierli in realtà e quindi senza coinvolgere la genitalità (come in molti film), o atti in cui la genitalità è coinvolta ma il tutto è costruito in modo artificiale e quindi non tra partner (come nei film pornografici con attori di professione)? 

Simulati significa certamente quello che hai detto tu, ma significa anche raffigurati.

Se si intendesse il primo caso, com’è possibile guardare un film in compagnia senza dover per forza chiedere agli altri di poter “mandare avanti” saltando scene simili?

Il problema è a monte.
Prima di guardare un film è doveroso chiedersi se sia raccomandabile o meno, nel medesimo modo in cui prima di fare degli acquisti si riflette sulla loro opportunità e convenienza.
Se poi ci si trova inopinatamente davanti a scene scabrose, si cercherà di tutelare la propria interiorità con gli accorgimenti più opportuni.
Sebbene non sia da escludersi l’ipotesi che uno silenziosamente alzi tacchi e se ne vada oppure faccia la stessa cosa dicendo: “Io non sono venuto qui per guardare queste porcherie e perché in continuazione mi si faccia violenza”.
Come si vede, non è questione di essere scusati o non scusati, ma di protezione della propria interiorità.

È chiaro che se tali scene si guardando per l’eccitazione che provocano, è peccato grave. Ma se uno vuole solo guardarsi un film tranquillamente, davvero è necessario che non appena compare una scena di finto sesso debba mandare avanti il film?

In quest’ultimo caso sarà sufficiente usare il buon senso.

Grazie mille e buona settimana!

Contraccambio il saluto, augurandoti ogni bene.
Ti ricordo nella preghiera e ti benedico.
Padre Angelo

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P.Angelo Bellon op, docente di teologia morale.