Oggi è la festa della visitazione della Vergine, e il vangelo narra la visita di Maria a sua cugina Elisabetta. Quando Luca parla di Maria, pensa alle comunità del suo tempo che vivevano sparse nelle città dell’Impero Romano ed offre loro in Maria un modello di come devono rapportarsi alla Parola di Dio. Una volta, udendo Gesù parlare di Dio, una donna del popolo esclamò:
“Beato il ventre che ti ha portato e il seno da cui hai preso il latte”
elogiando la madre di Gesù. Immediatamente, Gesù rispose:
“Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano” (Lc 11,27-28).
Maria è il modello della comunità fedele che sa vivere e praticare la Parola di Dio.
Nel descrivere la visita di Maria a Elisabetta, lui insegna come devono agire le comunità per trasformare la visita di Dio in servizio ai fratelli e alle sorelle.
L'”Ave Maria”, la preghiera con cui salutiamo ed invochiamo la Vergine, iniziata dall’Angelo Gabriele, è oggi proseguita e completata da Elisabetta.
La prescelta da Dio per essere la madre del Signore, colei che concepirà il Figlio di Dio per opera dello Spirito Santo, ha saputo dal messo divino che anche Elisabetta, che tutti dicevano sterile, è ormai prossima alla maternità. La Madre di Dio, che si era professata “la serva del Signore”, ora la vediamo salire in fretta verso la montagna per raggiungere la sua parente e diventare la sua serva.
Splende l’umiltà di Maria, brilla di luce vera nel suo cuore purissimo l’amore del Signore; è piena di grazia, lo Spirito Santo è sceso su di lei, la potenza dell’Altissimo l’ha adombrata, ora sollecita e quasi ignara della sublime dignità a cui Dio stesso l’ha innalzata, deve testimoniare lo stesso amore ad Elisabetta, deve prestare a lei quegli umili servizi di cui ogni mamma ha bisogno prima del parto.
Proprio da questa testimonianza è della completa disponibilità di Maria, proprio nel dare gratuitamente amore, anche ciò che è arcano, velato nel mistero e chiuso nel segreto del cuore, si svela in un incontro di due anime votate a Dio e illuminate dallo steso Spirito.
Al saluto di Maria esulta il bambino nel grembo di Elisabetta. Lei, piena di Spirito Santo, riconosce nella giovane parente “la madre del Signore” e la proclama “benedetta fra tutte le donne” perché ha creduto alla parola del Signore.
Esplode in un canto di lode e di ringraziamento la vergine Maria: canta e magnifica il Signore, esulta in Dio salvatore, perché ha posato il suo sguardo di compiacenza sulla sua povertà. Ora più nulla può nascondere Maria e la sua “beatitudine” dovrà essere proclamata nei secoli futuri.
La misericordia divina sta per espandersi sul nostro mondo per tutti coloro che, con la stessa umiltà di Maria, accoglieranno i doni di Dio. L’incarnazione del Verbo viene a cancellare la superbia degli uomini e ad esaltare gli umili. La grande promessa di salvezza definitiva ed universale, scandita da Dio sin dal principio, ora si compie, sta per nascere nel grembo della vergine Maria.
I motivi della gioia vengono lanciati dal quel canto a tutta l’umanità, l’esultanza di Maria si trasferisce alla Chiesa del suo Bambino, che ancora ogni giorno al calar del sole, con le stesse parole, con la stessa gioia canta il suo “Magnìficat”.
Abbiamo imparato da lei e ci verrà confermato da Cristo stesso che i privilegi divini non vengono dati per una personale esaltazione, ma per la gloria di Dio e per l’edificazione del nostro prossimo. Maria, la benedetta fra tutte le donne, la Madre del Signore, prima del suo Gesù, insieme a lui, portato in grembo, sale la montagna per essere la serva di Elisabetta e la nostra serva, assumendo così il suo ruolo di Madre della Chiesa, prima ancora che il suo Figlio, morente sulla croce, la proclamerà tale.
PREGHIERA
O Maria, tu che sei andata incontro a Zaccaria e Elisabetta,
non smettere mai di venire incontro a noi.
Tu, che hai creduto all’adempimento delle Parole del Signore,
rafforza la nostra fede, togli ogni inciampo durante il nostro
cammino e insegnaci a camminare sempre con te.
Tu che sei la Madre del mio Signore
donami la volontà di restare nel tuo progetto,
anche quando mi costa fatica.
Imprimi nel mio cuore la tua sollecitudine,
perché anch’io sappia andare in fretta in aiuto di chi è solo
ed ha bisogno di condividere le gioie come i dolori. Amen