Fonte dell’articolo silvestrini.org
«Questi è il Figlio mio, l’amato. Ascoltatelo». ||| Gesù più volte aveva preannunciato ai suoi la sua prossima dipartita. «Il Figlio dell’uomo, disse, deve soffrire molto, essere riprovato dagli anziani, dai sommi sacerdoti e dagli scribi, essere messo a morte e risorgere il terzo giorno». Gli Apostoli non comprendono: la notizia è troppo lontana dai loro pensieri e dalle loro attese. Gesù viene incontro alla loro debolezza: «Prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte». In disparte, su un alto monte con tre testimoni, Mosè ed Elia, fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. I tre testimoni hanno il privilegio di contemplare una meravigliosa trasfigurazione e di poter udire una voce inconfondibile: quel Gesù che aveva sconvolto i suoi discepoli, parlando di morte, sul Tabor mostra un lembo della sua gloria e il Padre celeste proclama «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo!». Ora non possono più dubitare: Gesù condannato a morte è il Figlio di Dio, il Padre ha posto in Lui il suo compiacimento perché sta adempiendo l’opera che gli è stata affidata e come egli l’aveva descritta agli apostoli, quindi “ascoltatelo”. «Alzatevi e non temete» dice loro Gesù. E aggiunge: «Non parlate a nessuno di questa visione, prima che il Figlio dell’uomo non sia risorto dai morti». La trasfigurazione brillerà in pienezza e per tutti quando anche noi, risorti con lui, potremo gioire la nostra Pasqua.