Articolo di silvestrini.org
Và prima a riconciliarti poi torna ad offrire il tuo dono. ||| Essere giusto dinanzi a Dio significa la santità, l’aver conformato la propria vita alla volontà di Dio. Non può quindi essere un atteggiamento esteriore, una apparenza, una formalità, una bella maschera, anzi questi atteggiamenti non sono graditi al Signore che scruta i cuori. Egli non bada a ciò che colpisce lo sguardo dell’uomo: l’uomo guarda all’apparenza, lui guarda al cuore. Ricordiamo la povera vedova di cui Gesù dice: In verità io vi dico, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. Ricordiamo anche quando Egli ci dice: «Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che rassomigliate a sepolcri imbiancati: essi all'esterno son belli a vedersi, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni putridume». Comprendiamo allora perche Gesù ci avverte: «Se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli». Non soltanto la violenza è riprovevole, ma anche l’ira. Non possiamo, non dobbiamo indulgere a quegli errori che siamo soliti definire veniali, di poco conto. L’amore a Dio e al nostro prossimo ci obbliga alla perfezione. Non possiamo covare un risentimento verso un fratello e andare a portare la nostra offerta all’altare. «Lascia lì il tuo dono davanti all'altare e và prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna ad offrire il tuo dono». San Giovanni ci direbbe: «Se non ami il fratello che vedi, come puoi amare Dio che non vedi?».